I capolavori della Johannesburg Art Gallery a Sarnico

Ci si domanda, a volte, se tutta la grazia del mondo si possa riunire in un luogo e in un istante precisi, ma alla fine si scopre costantemente che essa permane inalterata, molteplice e policroma. “E oggi accade che una di queste rette passi proprio tra le mura antiche della Pinacoteca Bellini di Sarnico: la proposta di una mostra, che dall’Ottocento barbizoniano approda, passando per Monet, alle scomposizioni picassiane e alle decomposizioni macellate di Francis Bacon, è, per noi, cosmopoliti “in prova” e un poco imbarazzati, quanto di più nobile e di irripetibile possa realizzarsi.” Afferma il conservatore Massimo Rossi che ha curato la mostra “DA MONET A WARHOL. Capolavori della Johannesburg Art Gallery” insieme a Simona Bartolena. Ed è così che più di sessanta opere della sudafricana Johannesburg Art Gallery sfondano i portali del Museo sarnicese demolendone, metaforicamente, i confini e dilatando gli orizzonti.

Dal 19 maggio al 3 settembre 2023, la Pinacoteca Gianni Bellini a Sarnico, sulle sponde del lago d’Iseo, ospita la mostra “I capolavori della Johannesburg Art Gallery”. Una rassegna, questa, che offre l’occasione di scoprire una collezione di grande valore artistico e storico. La mostra propone 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche, ripercorrendo circa un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti partendo Courbet, arrivando a Warhol e passando da Turner a Bacon, da Rossetti a Picasso.

L’Ottocento inglese e francese

Claude Monet, Primavera, 1875, Johannesburg Art Gallery
Claude Monet, Primavera, 1875, Johannesburg Art Gallery

Il percorso espositivo sui capolavori della Johannesburg Art Gallery a Sarnico, è aperto dalla luce e il colore degli artisti inglesi, guidati dal genio di William Turner, di cui sono esposte due opere. Si prosegue con la raffinatezza e la malinconia dei Preraffaelliti, tra cui spicca il ritratto di Regina Cordium di Dante Gabriel Rossetti, dedicato alla sua amata e sfortunata Elizabeth Siddal.

Il dipinto, dalla pesante bidimensionalità, rivela una connessione intima tra Rossetti ed Elizabeth, poiché l’opera fu realizzata poco dopo il loro matrimonio. Un matrimonio, questo, che conobbe la felicità solo per un fugace attimo e che venne velocemente offuscato dalla tragedia della morte di lei, probabilmente per suicidio. La donna era profondamente afflitta dalla depressione e dipendeva dal laudano, una sostanza psicotropa reperibile facilmente all’epoca. L’eleganza, la ricerca tecnica e la carica visionaria dell’artista emergono chiaramente in “Regina Cordium,” che si rivela come un’interpretazione straordinaria della poetica preraffaellita e la pittura riflette l’abilità di Rossetti nell’evocare una profonda intensità emotiva attraverso il linguaggio artistico. L’opera diventa un simbolo di amore e perdita, esprimendo la struggente relazione tra l’artista e la sua musa.

La sala dedicata all’Ottocento si chiude con i maestri del realismo francese, da Corot a Courbet, da Millet a Degas, che aprono la strada alla rivoluzione impressionista di Monet e Sisley.

Le avanguardie del Novecento

Il Novecento si apre con le avanguardie post-impressioniste di Cézanne, Van Gogh, Bonnard e Vuillard, che anticipano le sperimentazioni di Matisse e Picasso. Il secolo prosegue con le opere di Zadkine, Bacon, Moore, Lichtenstein e Warhol, che esplorano le diverse sfaccettature dell’arte contemporanea, dalla scultura all’espressionismo, dalla pop art alla fotografia.

Paul Signac, La Rochelle, 1912
(olio su tela, Johannesburg Art Gallery)
Paul Signac, La Rochelle, 1912 (olio su tela, Johannesburg Art Gallery)

Interessante è, per esempio, l’opera di Paul Signac del 1912, intitolato “La Rochelle” dove i sottilissimi puntini dei suoi esordi, qui evolvono in tocchi più ampi e geometrici, creando un mosaico vibrante di luce. Questa tecnica cromatica, sul gioco degli azzurri, si basa sulle ricerche scientifiche ottiche e teorie della percezione visiva. I tocchi di colore puro, disposti in maniera precisa, formano un’armonia visiva straordinaria e catturano l’essenza della luce e dell’atmosfera circostante.

La Rochelle” rappresenta un’evoluzione significativa nell’approccio artistico di Signac al pointillisme. Il risultato è una tela che esprime una sensazione di vitalità e movimento, in cui i tocchi di colore si combinano per creare un effetto di vibrazione e luminosità. L’opera cattura il fascino e la bellezza della città di La Rochelle, con i suoi toni blu e la luce del sole che danza sulla superficie dell’acqua.

L’arte sudafricana del Novecento

La mostra si conclude con una sezione dedicata all’arte sudafricana del Novecento, che testimonia la ricchezza e la diversità culturale del paese africano. Tra gli artisti presenti, Maggie Laubser, esponente dell’espressionismo locale, Maude Sumner, Selby Mvusi che affrontano temi sociali e politici legati alle tradizioni, alla vita urbana e alla realtà dell’Apartheid.

Interessantissime sono le ricerche svolte dall’artista George Pemba, che nel 1944 scriverà “Non so se diventerò mai un grande artista, ma un artista della mia nazione d’origine io lo devo essere di certo”. A differenza di moltissimi suoi colleghi, Pemba, non cercherà mai fortuna in Europa, ma resta in patria, impegnandosi attivamente nella resistenza politica e unendosi all’ African National Congress.

George Pemba, Kwa Stemele, 1981 (olio su cartone, Johannesburg Art Gallery)

Proprio dalle lotte e dalle resistenze nasce Kwa Stemele: un’opera realizzata nel 1981 con olio su cartone. Il titolo significa “nel ghetto” in lingua xhosa, una delle lingue ufficiali del Sud Africa e raffigura una scena di vita quotidiana in un quartiere povero e segregato, dove un gruppo di africani si riunisce per ballare e suonare musica tradizionale, sfidando il divieto imposto dal regime dell’apartheid. Pemba esprime solidarietà e orgoglio verso il suo popolo, mostrando una grandissima capacità di resistere e di esprimere la sua cultura nonostante le oppressioni e le discriminazioni subite. Lo stile di Pemba è personale e originale, frutto di una sintesi tra le influenze della pittura europea e le suggestioni della tradizione africana. Il colore è vivace e contrastato, la luce è intensa e radente, la composizione è dinamica e ritmata. L’opera trasmette un senso di vitalità e di gioia, ma anche di tensione e di ribellione.

Selby Mvusi, Measure of the city, 1962(Johannesburg Art Gallery)

Nel solenne e sognante ambito dell’esposizione si rivela all’occhio attento del visitatore un’infinita varietà di opere, che offrono non solo l’opportunità di immergersi in espressioni artistiche diverse, ma anche il privilegio di conoscere le origini della Johannesburg Art Gallery, fondata nel 1910 grazie all’ardente passione e la straordinaria determinazione di Lady Florence Phillips, consorte di un potente magnate dell’industria mineraria. Aiutata del celebre collezionista e mecenate irlandese, Hugh Lane, Lady Phillips trasformò il suo fervido sogno in realtà, conferendo alla sua città un tempio delle arti.

Johannesburg, giovanile e dinamica città, fu forgiata dalla scoperta di ricche miniere d’oro e diamanti nel 1886. Dal cuore dell’Europa, soprattutto dalla Gran Bretagna, giunsero flussi migratori che segnarono profondamente il tessuto sociale ed economico di questa terra. Superando l’ombra dell’ Apartheid, la città ha saputo gettare lo sguardo verso un avveniristico domani, intriso di speranza.

Maestosa e ricca di tesori culturali, Johannesburg non si erge come una consueta meta affollata da turisti avvezzi alla ricerca del patrimonio artistico, ma la sua affascinante realtà museale e la vibrante scena artistica rimangono ancora sconosciute al grande pubblico, che ritaglia la propria percezione di questa affascinante terra africana, evocando tramonti e safari, arrestandosi al sogno di un’epoca passata. Tuttavia, come la fiamma di una stella, questa città brillante e intraprendente risplende con la luce dell’identità contemporanea, attesa con paziente fiducia nel cuore dei suoi abitanti e la mostra sui I capolavori della Johannesburg Art Gallery a Sarnico, fornisce al visitatore questa preziosa occasione.

William Kentridge, Soho in una stanza allagata, 1999 ( Johannesburg Art Gallery)

Informazioni pratiche

DA MONET A WARHOL. Capolavori della Johannesburg Art Gallery

Sarnico (BG), Pinacoteca Gianni Bellini (via San Paolo 8)

19 maggio – 3 settembre 2023

Orari:

Giovedì e venerdì, 16.00 – 19.00; Sabato e domenica, 10.00 – 19.00

Biglietti:

Intero: €12,00, Ridotto: €10,00 (over 65 e studenti), Under 14 e scuole: €5,00, Famiglia: 2 genitori + figli fino a 14 anni: €25,00, Gratuito (under 6, giornalisti con tesserino, portatori di handicap), Soci APS Il Ponte: €5,00

Catalogo: Skira editore

Visite guidate:

Visite guidate su prenotazione (minimo 5 persone): sabato e domenica, ore 10.30 e 15.30; €8,00 a persona + biglietto

Visite guidate “a porte chiuse” su prenotazione per gruppi (min 15 – max 25 persone): dopo le ore 19.00; €90,00

Informazioni e prenotazioni: assculturaleilponte@gmail.com

Sito internet: www.vidicultural.com

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