
Palazzo Vertemate Franchi
La Pompei delle Alpi
Nel XVII secolo, Piuro era considerato un passaggio fondamentale per il commercio tra Nord e Sud Europa e grazie alla sua strategica posizione aveva sviluppato una fiorentissima attività commerciale. Nel 1600 il paese era conosciuto soprattutto per la produzione di pentole in pietra ollare (pietra tipica della zona che mantiene un calore uniforme, se scaldata). Dopo alcuni giorni di pioggia, il 4 settembre 1618, dal versante settentrionale del Montaccio si staccò un’enorme frana che seppellì quasi interamente il borgo con i suoi 1200 abitanti. Fortunato Sprecher, all’epoca Commissario grigione a Chiavenna, il giorno dopo l’evento scrisse: “nessuno è sopravvissuto, che si sappia, tranne l’oste della Corona Francesco Fumo e il muratore Simon Ramada che erano a Roveno in un erotto; una vecchia donna con due bambini che stavano in alto su un ronco; e il fratello e collaboratore del signor Podestà che era andato a S. Abbondio in Roncalea a cena.” Ci pervengo inoltre lettere e diari in cui vengono raccontate delle urla e i lamenti sotto le macerie, mentre si procedeva ad edificare la nuova cittadina, che purtroppo non possedeva i mezzi per estrarre i superstiti. Come mai parliamo di questa frana? Proprio perchè il Palazzo Vertemate fu l’unico edificio a salvarsi.La storia del Palazzo Vertemate

Arte a Palazzo Vertemate
Il Palazzo Vertemate Franchi, con il suo grazioso giardino strutturato su due livelli, è stato concepito come casa delle vacanze. Potrebbe ricordare le bellissime ville toscane con i giardini all’italiana, ma rientra a pieno titolo nelle più sobrie ville lombarde, che poco ostentano la ricchezza al di fuori e al cui interno, invece, sono brulicanti di arte e meraviglie. Oltrepassando il maestosissimo giardino all’italiana ed ed entrando a palazzo, la prima cosa che salata all’occhio è l’atrio. Pare, a primo acchito un luogo ferocemente vandalizzato, con scritte rosse sui muri e incisioni a coltello. Ma non è così, o almeno, non proprio. Gli invitati dei Vertemate solevano apportare le proprie firme o scrivere delle brevi dediche e in mancanza di inchiostro questi dimostravano tutto l’estro creativo incidendo direttamente sul muro o usando il sangue. Gli affreschi di Palazzo Vertemate sono centinaia e tutti meravigliosi, anche se la prima sala, quella di Giove, è stata fortemente rovinata dall’utilizzo come stalla e i gas prodotti dai graziosi destrieri hanno reso il restauro quasi impossibile. È una casa molto strana, si. Più curata è la stua con le pareti rivestite di legno, dai pregevoli intarsi e il meraviglioso soffitto affrescato. I dipinti narrano la storia di Callisto della quale Giove si innamorò perdutamente. Il padre degli dei, per far sfuggire Callisto alla furia di Giunone, decide di tramutare lei e il figlio nella costellazione dell’Orsa Minore e Maggiore.Benvenuto, Napoleone

Il salone dello zodiaco

Vescovo furbetto

La visita guidata
Non posso non citare la competenza e la passione delle guide del Palazzo Vertemate Franchi. Ho visitato la dimora cinquecentesca ben tre volte, con tre guide diverse, ma bravissime in egual misura. Mi è capitato di incontrare tre ragazze squisite e profondamente interessate e interessanti. Intraprendere questo viaggio insieme a loro ha reso alla fruizione del palazzo un sapore unico. Sono riuscita a piombare nel 1500 con i loro sublimi racconti di atmosfere rarefatte. Questa, di Palazzo Vertemate, è una realtà sconosciuta a molti e per questo io vi dico:” Cosa aspettate?”Informazioni per la visita
ORARI:
Dal 1 maggio a 1 novembre
PREZZI:
Biglietto Intero : € 8,00 Biglietto Ridotto: € 6,00
PRENOTAZIONE:
Obbligatoria
BIGLIETTI:
Prenotazione telefonica:+39 0343 37485
COME RAGGIUNGERE IL MUSEO:
Vuoi avere più informazioni? Clicca qui per visitare il sito del museo
LIKEI-VOTO:
10L/10
Le guide sono eccellentissime e molto simpatiche.
Ovunque voi siate, Chiunque voi siate, Vi auguro una meravigliosa settimana.Potrebbe interessarti anche:
Francesca
Mi chiamo Francesca, creatrice di likeitalians. Sono una studentessa di Storia dell'arte, di quelle che non si prendono troppo sul serio. Leggo libri, scalo montagne, parlo di arte e di culture con spensieratezza. Sono una vagabonda e la nonna da piccola mi chiamava zingara, forse ci ha azzeccato prima di tutti. Sogno un mondo in cui l'arte possa essere alla portata di tutti e viaggio sempre con le tasche quasi vuote.


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